Zander VT
Lo spirito di Berlino. Non quello cristallizzato e da cartolina, e nemmeno quello troppo banalmente prono al cospetto degli stilemi minimal techno: del resto non potrebbe essere altrimenti, perché il background di Sven VT e Fritz Zander è ricchissimo. Il primo è arrivato ad essere una delle menti dell’elettronica tedesca dopo aver anche percorso negli anni ‘90 i territori di punk, hip hop e drum’n’bass ed è – a tempo perso – anche un rispettato collaboratore di De:Bug, bibbia europea per la musica elettronica e i suoi dintorni; resident al WMF, è stato rispettato ospite praticamente di tutti i club che hanno fatto e stanno facendo la storia di Berlino e del suo clubbing (Tresor, Panorama Bar, Maria, Watergate, Weekend, Bar 25…). Fritz Zander invece non è berlinese di nascita (arriva da Costanza) ma lo è di adozione; soprattutto, è tanto un dj quanto un musicista ed è uno dei componenti dei tre componenti del progetto Whitest Boy Alive (assieme ad Highfish e ad Erlend Oye dei Kings Of Convenience). Dalla sua, un curriculum vitae artistico che lo ha visto al lavoro con etichette non da poco come International Deejay Gigolo e Kitsuné. Ora Fritz e Sven uniscono le loro forze creative nel progetto Zander VT, sotto l’egida della label Bpitch di Ellen Allien, ed è davvero fra le cose migliori e più stimolanti che si possano ascoltare in questi tempi: stile, conoscenza del ritmo e capacità di sorprendere, come testimoniato dalla manciata di uscite già sul mercato (alcune dai titoli significativi, vedi “Dig Your Own Rave” oppure “Blues You Can Use”…).