Massimo Carozzi
Un vero maestro nel trattamento e nella decontestualizzazione dei suoni: nelle mani di Massimo Carozzi la musica è prima di tutto un prisma da scomporre e ricomporre, fino ad ottenere nuove dimensioni, nuove suggestioni, nuove vibrazioni. Nulla di strano che nel suo curriculum ci sia la collaborazione con uno dei più coraggiosi e visionari progetti nostrani (gli Starfuckers, anche nella impersonificazione come Sinistri), così come ci sia quella con un’artista che ha fatto della densità dei contenuti la sua ragion d’essere (Emidio Clementi dei Massimo Volume, con Carozzi ha forgiato il progetto El Muniria). Al tempo stesso, inevitabile per Carozzi andare al di là della semplice sfera musicale – da qui la creazione del seminale progetto audio/video ZimmerFrei assieme ad Anna De Manincor e Anna Rispoli. Ultimamente gli interessi di Carozzi, al momento di avventurarsi alla console come dj, vanno verso una delle correnti più affascinanti ed esoteriche della musica degli ultimi decenni – quella che portò negli anni ‘70 all’incontro fra la visionarietà del kraut rock (Can, Neu!, Faust…) e il pulsare di sciamaniche ritmiche africane riviste in chiave contemporanea, dagli insegnamenti di Fela Kuti e Tony Allen in giù. Ipnosi sonora al massimo grado, capace al tempo stesso di sprigionare una scarica di adrenalina funk davvero strepitosa. La lunga notte di NETclub non può che risultare ancora più intrigante arricchendosi delle straordinarie psicoderive di una musica così felicemente folle e al tempo stesso fascinosamente geometrica.